Welfare e smart working: cosa sono?

Welfare e smart working: cosa sono?

Uno dei temi più dibattuto negli ultimi anni quando si parla del mercato del lavoro è relativo alla necessità di conciliare la vita personale con quella professionale. Impegni familiari, cura dei bambini o degli anziani o più semplicemente il desiderio di coltivare le proprie passioni sono spesso in contrasto con gli orari full time della maggior parte degli impieghi. Negli ultimi anni, però, si sta facendo strada lo smart working che entra a pieno diritto nelle attività di welfare che un’azienda può erogare ai propri dipendenti. Ecco di cosa si tratta e quali sono i suoi benefici.

Che cos’è lo smart working

Lo smart working, che viene anche chiamato lavoro intelligente oppure lavoro agile, è un tipo di lavoro dipendente che prevede la possibilità di godere di una certa flessibilità per quanto riguarda gli orari di lavoro e il luogo di svolgimento. Ad esempio, un impiegato amministrativo nell’ambito dello smart working può concordare di lavorare tre giorni in azienda e due da casa, risparmiando tempo e stress negli spostamenti dalla propria abitazione all’ufficio. L’obiettivo dello smart working è quello di permettere al lavoratore di conciliare al meglio il tempo lavorativo e quello personale, senza rinunciare però a mettere le proprie competenze al servizio dell’azienda, garantendosi così anche lo stipendio intero a fine mese. Fenomeno già ben conosciuto negli Stati Uniti, da qualche anno è un tema molto dibattuto anche in Italia dove nel 2017 con la Lg. 81 si è cercato di sistematizzare e organizzare quelle che prima erano solo iniziative sporadiche da parte di grandi aziende, soprattutto di stampo internazionale. Lo smart working può essere potenzialmente applicato ad ogni campo professionale, soprattutto quello impiegatizio e prevede comunque da parte del lavoratore obiettivi da raggiungere e forme di controllo da parte dell’azienda per assicurare un certo livello di performance da parte del dipendente.

Che cosa si intende per welfare aziendale

Con il termine welfare aziendale si intende quel pacchetto di benefici che l’azienda concede al dipendente per migliorare la sua vita personale e per rendersi più appetibile agli occhi delle candidature più valide. Il mondo del lavoro, oggi, è profondamente cambiato. Non si lavora più o esclusivamente per lo stipendio ma si trova nella propria professione un ambito di soddisfazioni che servono anche a qualificarci come individui. Il mercato è diventato anche più agile, la concorrenza fra le aziende è spietata e i lavoratori sono spesso tentati di passare da una all’altra, inseguendo non tanto uno stipendio più alto quanto condizioni migliori. Il pacchetto welfare aziendale diviene allora una leva molto potente per convincere i dipendenti a fidelizzarsi o i profili più validi a lasciare il precedente impiego. Nel welfare aziendale rientrano tante iniziative di carattere unilaterale che l’azienda mette a disposizione dei dipendenti. Si parte dai ticket pasto o dalla mensa aziendale e si arriva a visite mediche gratuite, voucher per pagare la baby sitter o i libri scolastici, asilo aziendale, palestra, un tuttofare messo a disposizione dei dipendenti per pagare bollette e ritirare i vestiti dalla lavanderia, etc. In quest’ottica anche la possibilità di usufruire dello smart working diviene un benefit che a pieno titolo rientra nel novero del welfare aziendale.

Perché lo smart working rientra nel welfare aziendale

Lo smart working si basa sull’assioma secondo il quale la vita felice dei dipendente rende l’azienda felice. Ciò, però, non deve trarre in inganno: la felicità dell’azienda non deriva certamente dal vedere il proprio dipendente soddisfatto quanto dal fatto che la serenità nella gestione della vita personale rende i dipendenti più produttivi sul lavoro, in grado di raggiungere meglio e più velocemente gli obiettivi prefissati dall’azienda. Una recente ricerca ha dimostrato come i Millenial, ossia i ragazzi nati a ridosso del 2000, i lavoratori del prossimi futuro che sono anche nativi digitali, preferiscano di gran lunga una retribuzione inferiore anche del 30% per avere in cambio più flessibilità lavorativa e una migliore conciliazione del tempo privato con quello professionale. In quest’ottica lo smart working diviene il benefit numero uno di un pacchetto di welfare aziendale che è davvero cucito addosso alle esigenze del lavoratore. Per riuscire in quest’impresa, però, occorre un netto cambiamento delle pmi italiane e soprattutto la definizione da parte delle aziende di obiettivi e performance professionali chiari, raggiungibili e misurabili. Un passo in avanti che però verrenne ampiamente ricompensato dai risultati ottenuti che, nelle pochissime aziende in Italia che ad oggi offrono lo smart working fra i benefiti del welfare aziendale, parlano davvero chiaro.

Quali sono i benefici dello smart working per aziende e lavoratori

Il fenomeno dello smart working inserito nel welfare aziendale è molto studiato e analizzato proprio perché se ne è compresa la sua potenzialità benefica sui fatturati. I risultati per il momento sono molto lusinghieri. Una recente ricerca nominata Flexible Work: Friend or Foe? si è occupata di intervistare un campione di lavoratori che ha aderito allo smart working. Nell’80% dei casi i lavoratori hanno evidenziato come risultato a soli due mesi dall’inizio del progetto un aumento della propria produttività. Secondo un’altra ricerca della School of Management del Politecnico di Milano su un campione di circa 300mila smart worketer in Italia ci sarebbe un aumento di produttività del 15% all’adozione di questa nuova forma di organizzazione del lavoro. Inoltre con lo smart worker si diminuisce la percentuale di assenteismo per malattia, con un impatto economico minore anche per le casse dello stato. Se questi sono i vantaggi per l’azienda, ovviamente non mancano quelli per il lavoratore, che sono pratici ma pure psicologici. La possibilità di organizzare tempi e modi del proprio lavoro consente di conquistare un livello maggiore di responsabilizzazione e di sentirsi più apprezzato e quindi produttivo. Inoltre aumentano anche le ore di lavoro perché diminuiscono i ritardi dovuti al traffico, agli imprevisti e alla risoluzione dei problemi della vita quotidiana.


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