Come ripensare gli spazi comuni degli alberghi in ottica coworking.
Il coworking è una pratica sempre più diffusa che si sta diffondendo anche in Italia. Prevede la condivisione di spazi di lavoro comuni fra diversi professionisti che in questo modo riescono non solo a risparmiare sulle spese di gestione dell’ufficio ma pure ad avere un ambiente stimolante dove potersi confrontare con professionisti di diversi settori. Esistono uffici open space che nascono proprio nella prospettiva del coworking ma pure strutture originariamente destinate ad altro uso possono essere egregiamente utilizzate allo scopo. Rientrano in questa categoria gli alberghi che, con il loro spazi comuni, possono essere trasformati in utilissimi spazi di coworking.
Che cos’è il coworking
Il concetto di coworking nasce a San Francisco nel 2005 quando un programmatore informatico decide di mettere a disposizione di altri professionisti del settore il suo ufficio open space con l’obiettivo di contenere i costi di gestione ma soprattutto avere l’opportunità di confronto con altri professionisti freelance per scambiarsi opinioni, soluzioni informatiche, idee ed eventualmente anche clienti. La trovata è subito un successo che viene esportata prima in altre città americane e poi in Europa. Oggi si possono trovare spazi dedicati al coworking in ogni città italiana. Si tratta di enormi open space con singole postazioni che possono essere noleggiate a ore, a giorni o a settimane. Sono il luogo di lavoro di eccellenza per i tantissimi freelance che, soprattutto nell’epoca della share economy, sono sempre alla ricerca di forme di condivisione e soprattutto di risparmio per la gestione della propria attività professionale. Il coworking, allora, diventa anche un modo per fare network, per creare progetti comuni che possano soddisfare le esigenze del cliente e ottimizzare risorse, tempi e costi. Proprio questa diffusione del coworking ha spinto aziende specializzate nel settore alla sempre più insistente ricerca di spazi adatti da adibire alla condivisione del lavoro e della scrivania, ma esistono pure molti ambienti non convenzionali che potrebbero tranquillamente essere utilizzati allo scopo.
L’albergo come spazio comune di coworking
La nuova tendenza, che ancora una volta proviene dagli Stati Uniti, prevede che le hall degli alberghi, le cosiddette l’hobby, si trasformino in ambienti di coworking. A fare da apripista l’Ace Hotel di New York che ha riprogettato la sua l’hobby per accogliere postazioni di lavoro comode, in un ambiente rilassante e informale, dotato di wifi gratuito. Inizialmente il servizio era a disposizione esclusivamente di chi soggiornava in hotel ma ben presto l’Ace è diventato il punto di riferimento di creativi e designer e così si è deciso di aprire la possibilità a tutti, creando anche spazi più riservati per telefonate di lavoro, cassetti a noleggio e sale riunioni. L’esempio è stato presto seguito pure da altre grandi catene di hotel come il Gruppo Marriott, il Gruppo Sheraton e la catena di hotel Mama Shelter che punta soprattutto su una clientela di nomadi digitali che fanno del viaggio e del lavoro in condivisione la loro bandiera comune. Secondo gli esperti di una autorevole testata come il New York Times, presto le camere d’albergo potrebbero non essere più il prodotto di punta degli hotel che decideranno di offrire ai propri clienti molti altri servizi, a partire dagli spazi di coworking. Bisogna però essere pronti a soddisfare le nuove esigenze di questo mercato emergente.
Come sfruttare gli spazi comuni degli alberghi in ottica coworking
Gli alberghi per loro natura sono gli spazi ideali per l’organizzazione del coworking perché dispongono degli ambienti giusti ma per troppi anni non hanno saputo sfruttare al meglio questa vocazione. È importante, allora, ripensare gli spazi per riuscire a renderli ideali per questo nuovo servizio. Inutile dire che uno spazio adatto al coworking deve essere dotato di postazioni comode che consentano di lavorare in serenità e relax. Non devono esistere barriere architettoniche che impediscano la socializzazione fra una postazione e l’altra ma le distanzi fra una postazione e l’altra devono essere tali da non infastidirsi l’una con l’altra. Uno spazio di coworking, poi, deve avere le dotazioni idonee. Ad esempio è obbligatorio avere il wifi gratuito e una connessione veloce ma servono anche prese di corrente sufficienti per tutti, magari già attrezzate con caricabatteria per laptop e smartphone. Indispensabile una stampante multifunzione dotata anche di scanner e di carta. Sempre gradita nelle vicinanze una postazione caffetteria per i momenti di relax ma anche per riuscire a socializzare meglio fra professionisti. Se si dispone di spazi molto grandi può aver senso chiudere alcune zone per creare delle mini-sale riunioni da mettere a disposizione di quei professionisti che devono incontrare clienti.
I vantaggi del coworking in hotel
Per un albergo organizzare al proprio interno uno spazio di coworking è un’idea vincente che contribuirà a migliorare il proprio business. Si può decidere, ad esempio, di noleggiare a pagamento le postazioni, aprendosi ad un nuovo mercato che vede i fatturati in costante crescita. Ma le postazioni possono essere messe a disposizione dei clienti anche gratuitamente, vendendo però altri servizi aggiuntivi e sviluppando così una nuova forma di guadagno. Uno spazio di lavoro condiviso a disposizione nel proprio hotel vuole anche dire riuscire ad attirare una clientela molto giovane, i cosiddetti nativi digitali, che fanno del nomadismo professionale il proprio cavallo di battaglia e sono fra i più grandi utilizzatori di hotel. Soprattutto questo tipo di clientela è quella che viaggia fuori stagione e permette quindi di avere un tasso di occupazione dell’hotel anche nei periodi considerati morti fino a pochi anni fa. Infine il pubblico giovane più avvezzo ad utilizzare spazi di coworking è anche quello che sfrutta meglio i social network e fa tendenza: un mezzo di comunicazione straordinario che servirà ad aumentare la visibilità dell’hotel e la potenziale platea di futuri clienti.
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